Passa ai contenuti principali

Agave all'estero..

....Troppa bellezza per un corpo solo. Troppe emozioni per poter essere dipanate in parole. Non qui almeno. Devo essere realista, reali-zzare che sono solo frammenti. Per questo sono così profonde le sensazioni piacevoli e i ricordi così nitidi, quasi vivi ancora. E' quasi sano e giusto che non sia sempre così, che le cose accadano raramente e che solo raramente siano intense e meravigliose. Forse è così che il corpo ne gode e la mente le trattiene in quella porzione dedicata alle esperienze indelebili. L'unico rammarico è averle vissute al singolare, senza i compagni di viaggio abituali, senza l'anima vera di Agave...ma il viso luminoso, le risa di stupore e incredulità, le mani strette, le tante mani strette con sincerità e gratitudine, ecco tutto questo non ha un linguaggio privato e confinato,nazionale, ma appartiene a quell'unico codice che parte dalla sensibilità personale e arriva alla condivisione con il prossimo, in quel linguaggio universale delle emozioni che è davvero un codice comune. In questo senso, saprò trasmetterlo. Senza neanche troppe parole, in fondo. 
Appena riesco, pubblico i commenti raccolti a Parigi e Berlino..così, come souvenir, come speicher, come graffi piacevoli.

Commenti

Post popolari in questo blog

AGAVE A ROMA 2020 AL CENTRO ARTEMIA

MANIFESTO PROGRAMMATICO

MANIFESTO PROGRAMMATICO DI FITZCARRALDO TEATRO Tutto è stato scritto, detto, letto, recitato, visto, raccontato e commentato. Il teatro ha margini di libertà, creatività e movimento solo entro confini nuovi. Il teatro non pu ò (aldilà del denaro impiegato) raggiungere l’irreale, l’invisibile, l’astratto della pittura o del cinema. Per questo il nostro teatro è quello “mai visto”, quello che lo spettatore crea da solo, immaginandolo, evocandolo attraverso i ricordi e le suggestioni, la riscoperta dei propri sensi e l'associazione di immagini e suoni; stimoli silenziosi e impercettibili che il contesto, creato dalla regia e dagli attori, fornisce. Come ciechi, i nostri spettatori vedono e vivono il loro personale teatro, riappropiandosi della propria identità di fruitori dell’arte, la quale, per definizione, rende visibile ci ò che non lo è. L’ ultima frontiera della libertà è l’onirico, il recupero e le nuove associazioni dei ricordi; è in questo territorio che ci m

LA LIBERTA' MUORE CON CALMA, NEL FRATTEMPO RESISTO

Siamo stati a Thiesi; Sassari; Pozzomaggiore e nello splendido monastero di San Pietro di Sorres. Nell'ultimo mese abbiamo viaggiato parecchio, conosciuto e abbracciato molte persone. Rinnovato quel patto segreto e condiviso che ci vuole ancora capaci di convivere civilmente, seguendo bellezza e armonia. A tutte queste persone incontrate e salutate troppo presto va il nostro grazie più sincero; "ci rivedremo presto" è un imperativo dell'anima, più che una promessa. Ho una manciata di idee, un sogno prepotente e una scatola ancora da aprire. Ho ancora energia e continuo a credere che sia possibile cambiare la realtà, se questa non piace e non la si sente propria. Sprechiamo tempo a criticare ciò che altri fanno e a giudicare male ciò che, altri ancora, non fanno, tralasciando sempre l’ipotesi che noi siamo “l’altro che fa o non fa”. Basterebbe attivarsi, fare ciascuno il proprio, per essere, almeno parzialmente, a posto con la coscienza di abitante del mondo, smette