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Visualizzazione dei post da maggio, 2016
Non c’è niente da fare. Succede ogni volta. Smontare le scene, “eliminare le tracce” del nostro passaggio è una crudeltà che non riesco ad accettare. Mai. Prima o poi verrà il callo anche nel luogo da dove nasce la nostalgia. Spero più tardi possibile, però. Che in fondo anche la nostalgia è un’emozione e quindi andrebbe preservata. Il Teatro Patologico è davvero un posto incredibile, ti mette a tuo agio ed è pieno di energie buone che trasudano da ogni singola venatura del legno chiaro con cui è fatto. Tornarci è stato meraviglioso, rimanere solo due giorni l’unico rimorso. Un grazie particolare e sentito a tutte le persone che ci sono venute a trovare, che hanno abitato per un po’ con noi, nel nostro rifugio per le anime frettolose e ferite dei tempi moderni, tutte prese dalla fretta, dall’agire “senza senso”, senza sentimento, per consuetudine. Esiste un luogo dove la vista può riposare e può lasciare libera la fantasia, dove il tempo può fermarsi e assumere contorni diversi, più