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MANIFESTO PROGRAMMATICO

MANIFESTO PROGRAMMATICO DI
FITZCARRALDO TEATRO

Tutto è stato scritto, detto, letto, recitato, visto, raccontato e commentato.
Il teatro ha margini di libertà, creatività e movimento solo entro confini nuovi. Il teatro non può (aldilà del denaro impiegato) raggiungere l’irreale, l’invisibile, l’astratto della pittura o del cinema. Per questo il nostro teatro è quello “mai visto”, quello che lo spettatore crea da solo, immaginandolo, evocandolo attraverso i ricordi e le suggestioni, la riscoperta dei propri sensi e l'associazione di immagini e suoni; stimoli silenziosi e impercettibili che il contesto, creato dalla regia e dagli attori, fornisce.
Come ciechi, i nostri spettatori vedono e vivono il loro personale teatro, riappropiandosi della propria identità di fruitori dell’arte, la quale, per definizione, rende visibile ciò che non lo è.
L’ ultima frontiera della libertà è l’onirico, il recupero e le nuove associazioni dei ricordi;
è in questo territorio che ci muoviamo e accompagniamo con noi tutti coloro che ci seguono.


Fitzcarraldo Teatro è nato il 18 Aprile 2008.  Ha prodotto e realizzato:
ü     Due seminari universitari (Anno Accademico 2008/2009 e 2009/2010 Sapienza Università di Roma) sull’ utilizzo del teatro come strumento per l’assistente sociale e per tutti coloro che, a diverso titolo, lavorano con la disabilità.
ü     Tre Corsi di teatro integrato (tutt’ora in corso)
ü     Medea di L.A. Seneca; regia di Marco Florio
ü     “In Alto Mare” di S. Mrozeck, regia di Marco Florio (con ragazzi con sindrome di down e studenti universitari)
ü     “Agave”, scritto e diretto da Marco Florio (con ragazzi sordi, ragazzi ciechi e studenti universitari)
üBerenice, scritto e diretto da Marco Florio

Attualmente sta ancora camminando.

Commenti

Anonimo ha detto…
Mi dispiace, ma dall'alto della mia veneranda età, vi devo dire che non è affatto vero che chi sogna può muovere lo montagne ma è decisamente vero che, se c'è una cosa che fa appassire o addirittura spegnere un uomo è lo smettere di sognare o di credere nei propri sogni, chiudere quel famoso cassetto e buttare via la chiave...il viaggio più che la meta arricchisce la vita.
Come ha scritto Lorenzo dopo la morte del fratello:
<...l'unico pericolo che senti veramente
È quello di non riuscire più a sentire niente
Di non riuscire più a sentire niente
Il battito di un cuore dentro al petto
La passione che fa crescere un progetto
L'appetito la sete l'evoluzione in atto
L'energia che si scatena in un contatto...>
BUONA FORTUNA!

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